VENEZIA - Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge della regione Veneto per indire un referendum consultivo per l'indipendenza. Lo ha annunciato in conferenza stampa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Si tratta, ha sostenuto Delrio di “una legge in contrasto con la Costituzione. Noi siamo a favore dell'autonomia ma è cosa ben diversa dall'indipendenza”. L’impugnazione è stata proposta dal ministro per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, approvata in consiglio dei ministri e annunciata appunto da Delrio. I termini per il ricorso scadevano il 24 di agosto, ora starà alla Regione opporsi a sua volta.
LA REAZIONE DELL'AVV. ALESSIO MOROSIN, UNO DEI FONDATORI DI INDIPENDENZA VENETA:
Lo Stato delle tasse, della corruzione, della burocrazia e del fallimento si sta barricando, con le sue paure, in un disperato progetto neo centralista e, dispoticamente, sta tentando, con arroganza ma vanamente, di impedire al Popolo Veneto di esprimersi, democraticamente e liberamente, in una consultazione referendaria sull'indipendenza prevista dalla nostra Legge 16/2014 che, proprio ieri, il "democratico?" governo Renzi ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale.
Il referendum "per via istituzionale" per l'indipendenza veneta, checché ne pensi Renzi, è perfettamente legittimo secondo il Diritto internazionale in quanto esercizio del diritto, naturale e pre-costituzionale, di autodeterminazione dei popoli.
Cosa c'entra la Corte Costituzionale italiana? Nulla!
Essa, infatti, è "funzionalmente" incompetente a decidere in ordine alla conformità costituzionale di un diritto che sta sopra e viene prima della Costituzione e che gli stessi costituenti, correttamente, hanno ritenuto fonte superiore togliendolo dalla prima bozza del testo dell'art. 50 della Carta fondamentale.
Se ci siamo aggregati all'Italia nel 1866 in forza di una consultazione plebiscitaria, con quale argomenti politici e soprattutto, con quali serie ragioni giuridiche, oggi, qualcuno potrebbe impedirci ragionevolmente di esercitare lo stesso diritto al contrario ?
La carta dell'ONU viene prima della Carta costituzionale italiana almeno con riguardo al diritto di autodeterminazione che il Popolo Veneto è in atto di esercitare in forza della Legge 16/2014. Questa legge va valutata, infatti, secondo i parametri di legittimità del diritto internazionale e non del diritto italiano.
Ciò posto, Indipendenza Veneta intende intensificare ulteriormente le proprie azioni di comunicazione rivolte ai cittadini veneti e di sostegno, anche legale, in forma assolutamente gratuita, alle istituzioni Venete guidate da Luca Zaia affinché si prosegua, senza ritardi, nella piena attuazione della legge 16/2014, la quale non ne perde i propri effetti né la propria efficacia per effetto della impugnazione.
Come abbiamo già illustrato, spiegato e suggerito a Zaia- la Regione deve evitare l'errore di costituirsi in giudizio per difendere nel merito la legge. La Regione deve incaricare degli avvocati di intervenire nel giudizio avanti alla Corte Costituzionale al solo scopo di sollevare preliminarmente l'eccezione di incompetenza della stessa Corte a decidere la causa nel merito sostenendo che tale competenza spetta solo ad Organismi di giustizia internazionale eventualmente incaricati dall'ONU .
Costituirsi invece in giudizio per difendere la legge nel merito vuol dire travisare la stessa ratio della legge 16 e legittimare, de facto, la Corte Costituzionale a pronunciarsi nel merito della legge medesima. A tacere del fatto che la decisione della Corte sarà certamente e inevitabilmente negativa .
Nulla c'entra pure la Corte di Giustizia Europea come improvvidamente sostenuto, senza alcun fondamento giuridico, da qualche improvvisato commentatore.
Insomma, la Regione ha il nostro convinto appoggio politico ed il pieno sostegno legale se sceglie, da un lato, la strada della sfida democratica dando comunque immediata attuazione alla legge impugnata e, dall'altro, si attiva, coerentemente con gli impegni di cui alla nostra Risoluzione 44 approvata dal Consiglio Regionale il 28/11/12 ad "avviare urgentemente con tutte le Istituzioni dell'Unione europea e delle Nazioni Unite le relazioni istituzionali che garantiscono l'indizione della consultazione referendaria..."affinché tutto si svolga sul solco sicuro della legittimità internazionale.