Titoli di tafferugli e scintille smentiti nei fatti e dalle immagini dal vivo
SAVE THE CULTURE: DALLA CULTURA, PER LA CULTURA, L'INFORMAZIONE E LA RICERCA
Tra sostenitori della storia veneta e centri sociali non attechiscono provocazioni, anzi tutti accomunati nel nome di San Marco
Dopo la manifestazione, alcuni organi di informazione, nazionali e locali, hanno insistito nel descrivere tensioni e proteste, forse con la volontà di dare all'evento una caratterizzazione, a cui invece era del tutto estraneo.
Per chi era presente, infatti, non è avvenuto nulla di tutto questo. Certo, cori di diverso orientamento, ma convergenti nella sostanza. Solo una sana contrappositizione: se qualcuno si aspettava qualcosa di diverso è rimasto deluso e dovrà farsene una ragione. Il concerto "Save the Culture", promosso dall'Associazione Culturale Veneto Uno, in occasione della Festa di San Marco, santo patrono di Venezia e di tutti i veneti, in stretta collaborazione con il Comune di Venezia e Raixe Venete, ha lanciato un unico monito: "Salvare la Cultura, l'Informazione, la Ricerca”. Sulle note delle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, interpretate da I Solisti di Radio Veneto Uno, è stato diffuso un richiamo di Cultura per la Cultura. Tutto questo a significare che solo la conoscenza, la cultura, il sapere possono darci la speranza di un futuro certo e migliore. La storia della nostra terra è impregnata da ben oltre un millennio di questo spirito: storia di lavoro, di risparmio, di commercio, di grande cultura, di pace.
Un messaggio alla fine condiviso anche dagli esponenti dei centri sociali. Certo, c'erano anche loro in piazza. Ma, appunto, non si è verificato alcun problema: i filmati video realizzati con ben quattro telecamere, da diverse angolazioni, sono a dimostrarlo. Anzi, quando hanno compreso la vera natura e gli obiettivi della manifestazione, non hanno potuto che apprezzarli.
Le forze dell'ordine, a cui va comunque ogni ringraziamento degli organizzatori, hanno ben vigilato e, grazie al Cielo, non hanno dovuto intervenire se non per significare la loro presenza. Alla fine la musica del “Prete rosso” ha conquistato anche i centri sociali. Atteggiamento apprezzato anche dagli stessi musicisti. A valere per tutti il simpatico commento di un'anziana signora che ha detto: "Ciò, Vivaldi ga zitio anca i centri sociài". In verità, probabilmente sono rimasti a bocca aperta come tutti i presenti.
Chi ama la storia e la tradizione veneta, non è di destra o di sinistra, ma AVANTI.
