A Treviso – “Ghirada”, c’è un bel Campo da Golf che ho visto nascere. Non è grande, ma è regolarmente omologato. È alle porte di Treviso, un Campo che può essere definito “un giardino”, oltre che essere una palestra di Golf.
Nella giornata di domenica è stata giocata una gara, la Kimbo Cup appunto, cui ho partecipato anch’io, nonostante le condizioni del tempo fossero minacciose.
Il mio gioco non è stato performante, anche perché dopo questo tempaccio che a lungo ha continuato a mandar giù acqua dal cielo, pressocché ogni giorno, il fondo era bagnato, e per di più era freddo, e umido. Il Campo tuttavia ha retto bene, e ci ha ugualmente permesso di giocare, seppur con colpi che malauguratamente erano sempre un po’ corti. Non vorrei dilungarmi a parlare delle qualità del Campo, ho più volte scritto su questo giornale; vorrei raccontare un po’ le mie impressioni sulla giornata di gara. Partenza shot gun alle 10.30, ero in abbinamento con altri due giocatori trevisani: il
tredicenne Niccolò Giovanni Pollicini, ed Edoardo Zavarise quindicenne. Quest’ultimo, 3 di hcp, con il babbo che gli faceva da caddie, (utile non solo a lui a dir il vero, dato che non perdeva di vista i colpi di tutti tre). Nessuno di noi è incappato nella perdita della palla, salvo un paio di fuori limite. Erano splendidi questi miei due compagni di gioco: ragazzi educati e cortesi, questo volevo sottolineare, giocavano molto bene, era un piacere guardare il loro swing. È sempre piacevole essere in team con bravi giocatori. Anche se Il proprio gioco non è un gran che, si è gratificati nel giocare con persone dabbene: è garantito il godimento della giornata, cosa importante, per apprezzare questa disciplina, quando si va a fare una partita di Golf.
Niccolò Pollicini, di casa al Golf “I Salici”, è stato il vincitore della prima categoria con punti 35, seguito a ruota da Marco Tappainer, sempre de “I Salici” con 34. Nella seconda categoria, il gradino più alto del podio è stato per Roberto Dottor del Golf Cansiglio, con punti 44, mentre la seconda piazza se l’è aggiudicata Mario Biral del Golf Villa Condulmer con 36.
Il terzo tempo è stato festoso, con un simpatico buffet apprezzato dai giocatori, diventati ormai affamati. Nel frattempo era uscito il sole, a far festa anche lui, rallegrando l’ambiente.
Pur essendo di modeste dimensioni, il Campo possiede tutte le qualità che rendono interessante un percorso di Golf.
Ha cominciato nel 1992 con tre buche, il Golf “I Salici”. Da allora ne ha percorso di strada: è cresciuto anno dopo anno per la tenacia di Elettra Salice, che era stata chiamata a seguire un progetto inteso ad arricchire gli impianti della ormai nota Ghirada, con uno spazio per il Golf. Nel ’94 le buche diventano 6, e nel 2006 arrivano a 9, graditissimo Campo pratica di ottimo livello, polmone per la città di Treviso, e serbatoio di golfisti che, arrivati ad un certo spessore di gioco incrementano i più blasonati Circoli del Trevigiano, ed in particolare l’Asolo Golf. Nel 2010 c’è la trasformazione in Campo certificato, che permette al Circolo di far conseguire l’handicap a molti Trevigiani. Per anni anche il sottoscritto ha potuto dare un contributo in tal senso, trasmettendo la conoscenza delle “Regole”, indispensabile per arrivare ad essere un completo golfista. Negli anni ne ho vista passare di gente, sempre belle persone. Bei giocatori, e ottimi sponsor. I golfisti trevigiani sono pressoché tutti passati per questo Circolo. Han visto via via schiarire i miei capelli, come d’altro canto li ho visto schiarire in alcuni di loro. Ora è una importante palestra per il golfista che voglia toccare con mano le variegate situazioni previste dalle “Regole del Golf. Ma anche il giocatore abile, di basso hcp, trova in questo Campo l’utilità per curare l’aspetto precisione, necessario nei tiri lunghi, e che s’impone per la buona esecuzione degli approcci.
Come accennavo, il Campo è molto bello, anche a seguito della rivisitazione fatta a suo tempo da Matteo Da Rold, che ha ripensato lo sviluppo di alcune buche. Una cosa vorrei però suggerire: ridare la graziosità a quel laghetto. Bello era da vedere quand’era curato, senza quelle canne palustri che velocemente ne fagocitano la superficie. Era bello qualche sassone a difesa della riva, con l’acqua pulita, non contaminata dall’apporto degli sfalci che le fanno cambiar colore. Il giocatore che cerca di recuperare la pallina entrata in acqua non la vede, ché si nasconde sotto il fondo melmoso, un fango che non dà bella impressione.
Ricordi la proprietà, che “I Salici” è un gioiello per la città di Treviso, non meno di valore estetico di quei tanti bei palazzi riportati alla primitiva bellezza.
Concludo augurando a quei due ragazzi con cui ho giocato, un futuro ricco di soddisfazioni.
Paolo Pilla
Sport – Golf