Sono belle e importanti le città che attorniano la Provincia di Treviso. Tra i 94 Comuni che ne fanno parte, Conegliano è quello che ha il maggior numero di abitanti dopo del capoluogo, una città dal benessere diffuso. Sono più d’una le origini del toponimo, la più attendibile tra le teorie potrebbe far riferimento all’olio. C’era infatti all’epoca una località vicina “Oliano”, l’odierna frazione della città divenuta Ogliano che oggi ha in cura le viti di Prosecco, in cui era rigorosamente tutelata la coltura dell’olivo, per la produzione dell’olio.  

Ecco allora “Cum-Oliano”, a significare il legame tra i due siti, o con la produzione dell’olio.

Conegliano ha una storia millenaria, testimonianze indicative sono due villaggi neolitici, quattromila anni prima di Cristo, ricchi di reperti: all’odierna Ferrera, e a Susegana sulle coste del castello S. Salvatore. Importanti insediamenti dell’età del bronzo sono anche in centro, e nei pressi del castello. In questi siti s’insediarono i Paleoveneti. Dopo di loro arrivarono i Romani che, dopo la grande Opitergium, estesero la dominazione a questo territorio. Caduto l’impero Romano, e devastate  Altino e Aquileia, Conegliano crebbe d’importanza per il transito verso le Prealpi e Alpi.

Nel XII sec si sottomise a Treviso, fu succube degli Ezzelini, degli Scaligeri, dei “da Carrara”, e finalmente passò con Treviso, sotto il governo della Serenissima. Ma l’aspettavano altre tribolazioni: tornarono gli austriaci, poi Napoleone. Nel 1866 passò al Regno d’Italia.

Era luogo murato Conegliano, già nel ‘200 aveva la sua cinta muraria, ma nel ‘300, sotto gli Scaligeri, le mura furono riprese e poi ultimate dalla Serenissima, divenendo possenti, a due cerchie, con gli archivolti. Abbracciavano l’attuale centro storico compreso il castello, contavano 6 robuste torri, e sette porte.  

Oggi Conegliano, che nei secoli si è molto ingrandita, mette in mostra lo storico passato, e lo offre orgogliosa al visitatore: il centro storico medievale, bei palazzi, ville , opere d’arte.

Ne andiamo a conoscere qualcuna delle sue bellezze:

 -Il Castello medioevale, sul Colle Giano, è stato il cardine del luogo: centro del potere religioso la collegiata di San Leonardo, e di quello civile la podesteria. Rimane a tutt’oggi l’edificio più rappresentativo. Nel X secolo c’era lì un fortino, voluto dal vescovo di Belluno, della cui struttura originaria rimane la torre della Campana. Ora il castello ospita il museo civico: la grande pinacoteca al piano terra conserva opere di Palma il Giovane e del Pordenone; ai piani superiori i reperti del periodo romano. Molto interessante, il plastico del castello del tempo della Serenissima.

È piacevole arrivare sopra il colle a piedi lungo la scalinata tra il verde, all’improvviso compare la torre. Da lì, godere del panorama della città e oltre, fino alle Prealpi e alla laguna di Venezia.

 -il Duomo – di struttura rinascimentale, l’edificio nasce nel XIV secolo come Santa Maria dei Battuti, chiesa dedicata a S. Leonardo patrono della città. Di recente restaurato, è grande bellezza.

L’ingresso è dietro una facciata di effetto, un portale gotico in pietra scolpita a motivi floreali; l’interno è decorato con bellissimi affreschi del ‘500, e una pala d’altare opera del Cima, dipinta nel 1493. Sembra che questo sia l’unico dipinto del grande pittore rimasto a Conegliano, sua città natale. Che peccato! Era un altro, prima, il Duomo di Conegliano. Il vecchio, già Pieve, si ricorda dei Franchi che vollero eretta la chiesa dentro le mura del castello; nel ‘700 l’essenza di diocesi  fu trasferita in quella attuale.

 – Sala dei Battuti – all’interno del Duomo, al primo piano, sopra l’ampio porticato, è una  grande sala  totalmente affrescata, in particolare da Francesco da Milano che, emulo di Albrecht Dürer, realizzò la maggior parte del lavoro cinquecentesco, e di Ludovico ”Pozzoserrato”.

Va ricordato che la confraternita dei Battuti era una congregazione laica, fondata nel ‘200 dal movimento dei flagellanti, che si prendeva cura degli afflitti, dava assistenza negli ospizi da loro all’uopo creati.

Contrada Granda – luogo anticamente circondato dalle mura, è oggi via XX settembre, il centro storico della città. È una via che considero un monumento: un susseguirsi di case di pregio, tutta con portici in competizione di bellezza coi loro palazzi patrizi sorti fra il XV e XVIII secolo.

troviamo il Comune realizzato sui resti del municipio del ‘300, il teatro Accademia voluto degli austriaci piccolo ma delizioso, progettato da Andrea Scala, la tardogotica Casa Longega del XV secolo, il cinquecentesco palazzo Sarcinelli, sede della Galleria d’Arte, l’oratorio della Madonna della Salute del ‘500. La Contrada è limitata a ovest da porta Dante, a est dalla bella porta Monticano, dotata di una piccola rocca del ‘300, e dell’affresco del Pordenone il “Leone di S. Marco andante” del ‘500.

– La campagna di Conegliano è anche disseminata di antiche nobili magioni, e ville venete. Ne andiamo a conoscere una, villa Paccagnella, in località “Calpena”. Sorta nel ‘600 su progetto di Baldassarre Longhena, la villa ha un importante impianto barocco. È ricca di affreschi, seppur molti distrutti durante la guerra 15/18, poi rivisitati. Nei secoli la villa ha avuto ospiti illustri, ma è sempre stata residenza di quella famiglia patrizia; ospita eventi, mondani e culturali. 

Sono numerosi gli eventi che a Conegliano vivacizzano il centro storico. Il più caratteristico è senza dubbio la Dama Castellana, rievocazione storica che quest’anno, patrocinata dal Ministero della Cultura, ha commemorato con attori e acrobati, il viaggio a Suzhou di Marco Polo.

Quanto evidenziato è poca cosa, rispetto a quanto è in grado di potersi vantare Conegliano. La mia vuol esser solo una presentazione, veloce, adatta ad un piacevole ascolto alla radio. Vorrei però concludere queste brevi note con un abbraccio alle pallavoliste Imoco, che con l’oro conquistato alle olimpiadi, hanno fatto onore a Conegliano, al Veneto, e all’Italia tutta.                  Paolo Pilla