Un avvenimento di sana cultura, dedicato agli appassionati di una danza di tradizione tra le più popolari nelle figurative, le più classiche e partecipate a livello internazionale. Parliamo del Flamenco, dell’evento all’auditorium del Museo di Santa Caterina a Treviso.
Il 6 di settembre scorso il museo di Santa Caterina si è animato con il “Flamenco”. Per motivi personali non ho potuto partecipare, la grande passione di Renata Alberti mi ha ragguagliato con queste note:
<<Una ventata di Andalusia, portata da cinque ballerine del gruppo “Suenos y Son”, è arrivata in quella bella chiesa sconsacrata, già dedicata alla patrona d’Europa, gioiello trevigiano del ‘300, sopravvissuta a infinite sventure. Tornata alla luce dopo la guerra per opera di Mario Botter che se n’è preso cura, dalle pareti affrescate ci racconta la vita di Sant’Orsola, con gli affreschi di quei muri, custodi di Grande Pittura.
Il programma, in tono poetico, proponeva pennellate grige sulla vita: di dolore, tristezza, malinconia, riempiendo l’ aria di Pathos… La musica però, e i lunghi vestiti delle istrioniche ballerine, riempivano di colore la platea stracolma. Bellissime danze, poi inatteso cambio di scena: Carla, la capitana, con leggiadre movenze di farfalla, ha creato un momento di suspense. Pennellate sempre più forti, hanno dato colore al coinvolgente finale, in un crescendo musicale. È un vero peccato che ci sia sempre la fine in ogni cosa bella! Uno spettacolo applauditissimo, e partecipato!>>
e se lo dice la cara Renata Alberti, è legge!!!
La compagnia di Ballo Flamenco “Le Sueños y Son” è diretta dal M° coreografo y Bailaora Carla Povellato, che con “¡ Ecos del sentimiento” ha permesso al pubblico di conoscere la bellezza, il fascino, la poesia e la passione per la Danza Gitana. Attraverso un attento e studiato percorso di vita, questa danza conserva e condivide da generazioni la tradizione, con amore appassionato.
Ho raccolto da Carla Povellato, entusiasta per l’attenta e folta partecipazione:
<<Le origini del Flamenco hanno radici nella lontana India, dove intorno all’anno 1000, una comunità di fuori casta del Punjab iniziò un lungo percorso migratorio, dettato dalle necessità per la sopravvivenza, attraversando Asia e Africa per giungere infine nell’assolata regione spagnola dell’Andalusia. Se la Danza è la voce di un Popolo, quello Gitano si è manifestato attraverso il Flamenco, con i suoi 100 stili, i “palos”, che racchiudono in loro il sentimento e l’anima stessa dell’uomo.
Lo spettacolo della serata “Ecos del sentimiento” fonde e unisce il ballo Flamenco della tradizione pura, con quello della sua variegata evoluzione, conosciuto e apprezzato nel panorama multi Arte-mondiale. Il 16 novembre 2010 l’UNESCO ha dichiarato il Flamenco Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Lo scopo è trasmettere la conoscenza, la bellezza, la profondità poetica dei sentimenti di questa Danza unica, che si traduce con passi scanditi, braccia sempre in movimento e ritmo essenziale. Questo è il Flamenco per me!>>
Giusto per completare la conoscenza dell’evento di Santa Caterina, aggiungo che
-La voce narrante era di Patrizia Feltrin, e al Cajon (strumento particolare utilizzato in questa disciplina di danza) il M° Fabio Tabacchi.
-Le ballerine protagoniste: Delia Cercenà – M° Andreina Povellato – Patrizia Valente – M° Eleonora Zannini, e ovviamente la numero uno Carla Povellato, a cui va il merito per il massimo impegno profuso al sostegno di questo elegante sodalizio di danza in Treviso. Paolo Pilla