chiude il challenge 2024

Per l’autunno iniziato, erano questi due i Campi da Golf a sostenere l’ultima tappa italiana del Challenge Galbusera dei Giornalisti Golfisti Italiani: il Golf della Montecchia a Selvazzano Dentro, e il Golf Padova a Valsanzibio di Galzignano Terme, il più antico campo da Golf del Padovano, situato accanto alla seicentesca Villa Barbarigo.

Ho potuto giocare solo al primo, alla Montecchia, che ci ha riservato una giornata coperta ma non freddo, no caldo, no pioggia, situazione meteo ideale per una partita di Golf.

Certo che il tratto è molto lungo, e alla fine si fa sentire la stanchezza. Fra i tre percorsi di gioco, il Bianco, il Rosso e il Verde, siamo stati instradati sui primi due; ed ecco un po’ di cronaca:

Tre i gentiluomini che mi sono stati riservati come compagni di gioco: Cristiano, Fabrizio e Giovanni, un triestino, un trevigiano, un rodigino. Hanno reso piacevole la partita, anche se la mia performance non è stata felice. È noto infatti che la gioia in una partita di Golf è data maggiormente dalla gentile e corretta compagnia, pressoché costante nelle gare dell’Associazione Giornalisti Golfisti.

Prima partenza dal percorso rosso, che ha la classica suddivisione con due buche Par 5 due Par 3, e cinque Par 4. Già subito, sul mezzo chilometro della buca 1 mi son pioppato una bella X,

e poi un po’ così, colà. Ha giocato bene Fabrizio, che si e guadagnato il Birdie. Cristiano era il signore del Golf: sempre concentrato, aveva il bel movimento, ma per un buon tratto ha forse usato un ferro in meno rispetto a quanto necessario, sennò avrebbe fatto un risultato migliore. Da ammirare era il gioco di Giovanni: in ogni buca ha usato la strategia di cercar di arrivare con la palla in giusta posizione per l’approccio al green, e poi gioco corto e Putt sempre perfetti. Straordinario,

ha fatto 26 punti solo sulle prime nove, per chiudere poi la gara come vincitore. Il suo premio, un’eccellenza: lo scatolone Galbusera, zeppo dei dolci più buoni del mondo, in quantità industriale.

Ma diamo uno sguardo più da vicino al Golf della Montecchia, del patron Paolo Casati. Il Campo è decisamente bello, naturale, qui la natura è padrona, e ben assistita dall’uomo.  

È il Campo da Golf a 27 buche più sostenibile al mondo, già storico parco della prestigiosa Villa Emo Capodilista, dalla cui torre è dominato.

Progetto dell’irlandese Tom Macauley, dalla tradizione quindi anglosassone, si estende su di un’area di oltre 80 ettari pianeggianti, con scenario i rilievi montuosi dei Colli euganei detti anche i “Colli di Venezia”. L’atmosfera raffinata di villa Emo è tuttora presente nel Campo. L’ampia club house era un tempo l’edificio destinato all’essicazione del tabacco, sostenuta dai conti Emo Capodilista. Nel parco sono presenti cinque laghetti, che servono a tenere sempre alta la sfida per il giocatore. Di sostenibilità parlavo, riconosciuta dal Regno Unito nel Conference Show, d’iniziativa del Royal & Ancient Golf Club of St. Andrews. L’introduzione da tempo della Bermuda Grass, ha permesso miglior qualità del tappeto erboso. L’efficiente gestione dell’acqua, la completa eliminazione dei fitofarmaci, sono sinonimo di attenzione nei riguardi dell’ecosistema. Ecco alcune parole che il Presidente del Golf della Montecchia, l’imprenditore Paolo Casati, ebbe a pronunciare molto significative, che amo ricordare:

La natura è parte del fascino del nostro sport ed è doveroso, non solo rispettarla, ma valorizzarla anche durante gli eventi che si svolgono in tutti i nostri club che beneficiano del meraviglioso contesto del Parco dei Colli Euganei”.

Non ho potuto partecipare alla gara del giorno successivo al Golf Padova per impegni inderogabili, ma ho poi avuto notizia che il tempo è stato cattivo, è piovuto forte, rendendo difficile il gioco, tanto che alcuni giocatori han preferito ritirarsi. No che questo mi abbia fatto piacere, no di certo, ma almeno ho sofferto di meno per la mancata partecipazione.

Dopo quest’ultima tappa del challenge seguirà a breve il Campionato  di Doppio allo Chervò Golf San Vigilio a Pozzolengo, e poi l’incontro estero che sarà a novembre in Portogallo al Royal Obidos, in quel di Lisbona, un 18 buche opera di Severiano Ballesteros.                             Paolo Pilla