Situata sulla pedemontana a nord di Vittorio V.to, circondata dalle Prealpi Trevigiane, Fregona si estende fino alla soglia del Cansiglio, tra le più grandi foreste d’Italia, una terra apprezzata dagli speleologi. Ricca di acque, e in posizione protetta verso nord dai rilievi montuosi, Fregona testimonia l’essere abitata
dall’uomo da ben prima dell’avvento dei Romani, presenza avvalorata da individuazioni archeologiche. È però di questi ultimi, che si hanno maggiori notizie: per il ritrovamento di monete di età romana risalenti al I e al III secolo d.C., e le vestigia del castello di Carron detto anche “Torre di Matrucco”, risalenti al 1400. D’interesse storico anche i ruderi medioevali del castello dei Da Camino, eretto a Piai intorno al 1100.
L’origine del toponimo è controversa: se dal germanico Friedrich, se dal latino frigus, o se da Friga, il torrente che la bagna, o qualcos’altro ancora. Nel medioevo ebbero qui influenza i Franchi di Carlo Magno, gli Ungari, poi Guecello da Montanara la ebbe in feudo da Aimone vescovo di Ceneda. In seguito la governarono i da Camino, tra le costanti diatribe con gli Scaligeri, i Vescovi, i Da Romano. Nel ‘300 poté passare a far parte della Serenissima repubblica di Venezia, con cui rimase fino alla caduta di questa, nel 1797. Dopo queste scarne note di storia, è il caso di andar a conoscere il luogo qual è ai nostri giorni. La cittadina, allungata con i dintorni in borghi e frazioni, offre un mare di cose interessanti da vedere: i villaggi cimbri per cominciare. Erano i Cimbri una tribù germanica originaria della penisola dello Jutland. A fine ‘700 arrivarono in Cansiglio quattro famiglie di Cimbri provenienti da Asiago, che fino all’arrivo di Napoleone godettero di una certa autonomia. Del loro idioma è possibile l’ascolto imbattendosi in una rara opportunità di incontro a Fregona, o ancor più all’altopiano dei Sette Comuni. Già praticanti del legno, vi si stabilirono, dedicandosi al taglio dei faggi, “talzeri”; erano abili “scatoleri” nella fabbricazione di (scatole di legno), “masteleri” (di mastelli), e formarono gli abitati di Vallorch e Le Rotte. Oggi è possibile vedere quelle baite in legno, tipiche dei paesi nordici, ricostruite dopo la distruzione provocata da due incendi: uno dai tedeschi nella prima guerra mondiale, e l’altro dai partigiani nel ’44. Durante l’estate si ripopolano.
-Una meraviglia, forse la maggiore a Fregona, sono le Grotte del Caglieron”.
Ci sono stato molto tempo fa, ma ne ho ancora un forte ricordo. È stato il torrente omonimo a solcare per primo quella profonda gola di rocce sedimentarie mescolate a calcare; è poi seguita l’attività estrattiva, che già dal ‘500 dava ai maestri scalpellini il pregiato materiale: un’arenaria di agevole manipolazione, la pietra (“dolza). Gli svuotamenti hanno causato la formazione delle grotte, sulle quali nella stagione fredda l’acqua si infila nelle fessure, e crea stalattiti e stalagmiti. Dà vero spettacolo il torrente che scorre sul fondo , e ancor più le cascate che s’incontrano, alte anche una decina di metri.
Per il percorso c’è un sentiero che segue il corso del torrente, reso agibile da passerelle. Curiose sono le colonne che sorreggono la volta, inclinate, per svolgere il loro compito con maggior sicurezza.
Non avevano un tempo i mezzi di oggi, ma la manualità di questi forti veneti era dimostrazione di grande intelligenza e intuito. Oggi la laboriosa popolazione apprezza il suo habitat, ama il lavoro, cura l’ambiente sempre fascinoso, valorizza la cultura; ha luogo qui un festival culturale giunto già alla quinta edizione.
La salita che da Fregona sale al Cansiglio ha fatto rivisitare la storica Cronoscalata Vittorio Veneto-Cansiglio, che ha raggiunto quest’anno il traguardo del secolo; la prima edizione ebbe infatti luogo nel 1924, tra le prime manifestazioni sportive automobilistiche in Italia.
Sono 5930 metri di tracciato che collega la frazione di Mezzavilla a Valsalega, un tracciato competitivo, che imponeva la massima concentrazione. Organizzate dall’Automobile Club Treviso, ci sono sia le auto d’epoca, che i bolidi moderni. Quest’anno 2024 hanno corso, in agosto, 122 concorrenti. Io ebbi a percorrere quella strada molti anni fa in motocicletta, la mia Guzzi V7 Special, una goduria!
Per chi ama percorrere i sentieri con l’uso delle gambe, tra le colline di Fregona non c’è che la scelta. A cominciare dal percorso UNESCO “le sorgenti di Osigo”, che permette di visitare l’antico sentiero usato dai boscaioli per far scendere i faggi dal bosco del Cansiglio diretti all’arsenale di Venezia.
Valida alternativa, l’anello delle Grotte del Caglieron, e tanto altro: eventi organizzati per podisti e cicloamatori, a raggiungere Monte Pizzoc e la dolce piana di Cadolten. Buon’aria e visioni incantevoli.
Ma a Fregona non c’è solo lo straordinario patrimonio offerto dalla natura: il clima mite del territorio è favorevole alla coltura della vite e dell’ulivo, e anche la buona tavola è presente. Assolutamente da non perdere l’assaggio dei formaggi fatti con il latte di mucche che, cibandosi di erbe aromatiche, consentono di ottenere prodotti dall’eccezionale gusto tipico. Ottimo il “Moesin” dal sapore delicato, e ancor più il “grotta del Caglieron”, formaggio che viene affinato proprio nelle omonime grotte. È da gustare, assieme a questi, il tradizionale Torchiato, il passito che già veniva prodotto nel ‘600, facendo appassire i grappoli
d’uva su graticci, e torchiato poi con molta cura. Ogni anno, a maggio, ha luogo la Mostra del Torchiato e dei vini dei colli di Conegliano, giunta alla 48^ edizione. La manifestazione, tenuta in passato nella maestosa villa Troyer, si tiene ora al vicino Centro di appassimento di Osigo. Celebra il Torchiato di Fregona DOCG dell’anno, e come giusto che sia, si conclude in festa, attorno al grande spiedo.
E l’olio è un’eccellenza! È da stimare per le sue qualità organolettiche dovute alla riconquistata coltura degli olivi e all’amore per il territorio. Di recente Fregona è entrata nella rete delle “Città dell’olio“.
Sono almeno sei le ville venete nel territorio comunale; andiamo a veder da vicino la seicentesca Villa Trojer. In ottima conservazione, la villa è situata all’interno del centro abitato. L’ingresso è dalla strada provinciale, un imponente portale ad arco sormontato da tetto in coppi, permette l’accesso alla proprietà. Ma è dall’interno del giardino che si ha la visione migliore della villa: edificata in stile barocco con tratti rinascimentali, la facciata è imponente. Colpisce la singolare doppia fila di archi del corpo centrale. Del tutto particolare il timpano con lo stemma gentilizio, posto sopra la trifora che compone il centro dell’edificio, e i loggiati che da questa si dipartono, simmetrici. Gli annessi rustici sono anch’essi di pregio, con decorazioni lapidee, e c’è anche la cappella. Gli interni della villa sono di raffinata sobria eleganza, i soffitti in legno con le travature dipinte. Bello!
Una chicca per gli appassionati di Golf: Fregona confina con l’Alpago, e proprio sull’altipiano c’è il Golf Club Cansiglio, 18 buche note per essere tra i migliori percorsi di montagna d’Europa. Nate negli anni cinquanta le prime nove buche dalla matita dell’architetto John Harris, sono poi state completate con le ulteriori 9 seguendo il criterio delle prime. Lo conosco bene questo Campo, è il secondo creato nel
Veneto dopo il Golf Venezia. Il progetto è conforme ai tipici links scozzesi, rispetta e valorizza la morfologia del terreno. Anche per questo, il percorso è molto amato da chi gioca Hickory, il gioco in uso agli albori di questa disciplina sportiva, di recente mi sono messo alla prova anch’io.
Immagini gentilmente fornite dalla presidente della Proloco, signora Bertolin Paolo Pilla