ZANNIER, BARBEY E I CONTEMPORANEI
Pordenone, Galleria Harry Bertoia | Museo Civico d’Arte Ricchieri
© Denis Ziliotto, Venezia, 2020, fotografia al collodio su lastra di zinco
Pordenone, capoluogo del Friuli-Venezia Giulia conosciuto per il suo passato industriale e il suo dinamismo culturale, avvia il programma di attività culturali per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2027.
Con il dossier “Pordenone 2027. Città che sorprende”, vuole mettere al centro l’attività culturale di questa città e superare la dicotomia tra città d’arte e città industriale, promuovendo un dialogo fertile ed appassionato tra il tessuto produttivo e il fermento creativo, si avvia un grande progetto dedicato alla fotografia che si svilupperà in una stagione di eventi accumunati da un filo rosso che è quello “Sul guardare”, titolo che riprende un celebre volume scritto da John Berger, celebre scrittore britannico che ha indagato sullo strumento umano della visione e, come scriveva, “il vedere viene prima delle parole”.
Una rassegna, promossa dal Comune di Pordenone e organizzata da Suazes, che prenderà avvio il prossimo 19 dicembre e che proseguirà fino al 4 maggio 2025, dove si susseguiranno una serie di progetti espositivi e culturali dedicati alla fotografia; un caleidoscopio per portare a Pordenone una nuova progettualità culturale in passato e presente s’interrogano sull’esercizio del vedere come strumento di analisi.
L’avvio sarà con la grande Mostra dedicata ad Italo Zannier (Spilimbergo 1932), intellettuale, docente, curatore di celebri mostre, collezionista e fotografo, primo titolare di una cattedra di Storia della fotografia in Italia nonché figura di riferimento per il riconoscimento della disciplina nel nostro paese. La mostra dal titolo “Italo Zannier – Io sono io. Fotografo nella storia e storico della fotografia” indaga la “moltitudine” della passione e dell’impegno di Zannier verso la disciplina fotografica.
Il percorso espositivo, che sarà ospitato presso la Galleria Harry Bertoia di Pordenone dal 22 dicembre al prossimo 4 maggio (inaugurazione 19 dicembre), permetterà di esplorare gli interessi del professore Zannier, da un lato fotografo nella storia e dall’altro uno dei massimi esperti della storia della fotografia.
Per la prima volta verranno raccolte le molteplici attività, legate alla fotografia, che Zannier ha portato avanti con una forza e una passione che non ha eguali nel panorama nazionale.
Un percorso che interesserà anche le sue produzioni più recenti: sviluppate nella parte dell’insegnamento, Docente in cinque Università; nella realizzazione di saggi, oltre seicento; nella curatela di celebri mostre come la sezione fotografica della Mostra The Italian Metamorphosis tenutasi al Guggenheim di New York nel 1994 e la sezione dei fotolibri.
Il percorso si completerà con un’intervista inedita al professore.
Il progetto è curato da Giulio Zannier e Marco Minuz, ed è sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
La rassegna prosegue con “Bruno Barbey – Les Italiens”, che dal 22 dicembre al 4 maggio (inaugurazione 21 dicembre) sarà ospitata anch’essa presso la Galleria Harry Bertoia. Un progetto che gode del sostegno di Magnum Photos, dell’Académie des Beaux-Arts di Parigi e dell’archivio Bruno Barbey, con il patrocinio del Consolato Generale di Francia e dell’Istituto Francese di Cultura di Milano.
Per la prima volta in Italia verrà esposto questo progetto fotografico che il celebre fotografo francese dell’Agenzia Fotografica Magnum (Marocco 1941 – Parigi 2020) realizzò in Italia fra il 1962 e il 1966. All’inizio degli anni ’60 Bruno Barbey, cercando di ritrarre gli italiani, fotografò tutti i livelli della società, in strada ed all’interno. Il giovane fotografo presentò questo insieme di immagini a Robert Delpire che suggerì subito di pubblicarle nella serie “Essential Encyclopedia”, una raccolta di libri che giustappone testi e immagini, che comprendeva già The Americans di Robert Frank (1958) e il progetto Germans di René Burri (1962). Le circostanze dell’epoca impedirono la realizzazione del libro ma il portfolio di fotografie italiane convinse i membri dell’agenzia Magnum Photos delle potenzialità del giovane Barbey, che fu subito accettato nella cooperativa.
Dopo decenni di lavoro e numerosi volumi su altri paesi, Barbey pubblicò una prima versione di quest’opera nel 2002, con un’introduzione di Tahar Ben Jelloun. L’idea, alla base di questo progetto, era di “catturare lo spirito di una nazione attraverso le immagini” e creare un ritratto dei suoi abitanti. All’alba degli anni ’60, i traumi della guerra cominciano a svanire mentre albeggia il sogno di una nuova Italia che comincia a credere nel “miracolo economico”.
La Mostra, curata da Caroline Thiénot-Barbey e Marco Minuz presenta una settantina di stampe. Sarà arricchita anche da una video/intervista a Barbey.
La rassegna si sviluppa ulteriormente con una sezione dedicata ai fotografi contemporanei, in un progetto, sostenuto dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, sempre accomunato dall’esercizio del guardare e dove il mezzo fotografico diventa uno strumento privilegiato anche per rilevare ed interrogarci sulle trasformazioni in corso.
Le mostre saranno dedicate a tre fotografi: Max Rommel, Michele Tajariol e Paola Pasquaretta e saranno ospitate in sequenza, dal 18 gennaio 2025 al 4 maggio 2025 presso gli spazi del Museo Civico d’Arte Ricchieri di Pordenone.
Dal 17 gennaio prenderà avvio un calendario di eventi con workshop, incontri con fotografi e scrittori.
L’intero progetto gode del patrocinio del Ministero della Cultura.
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Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
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