Dopo un anno di ricerche dedicate al rapporto fra uomo e mondo naturale, alla luce delle rapide metamorfosi cui è sottoposto il pianeta in epoca di drammi climatici e ambientali, il MAN presenta per l’anno 2025 un nuovo macro-tema che raccoglie l’eredità della stagione precedente circoscrivendo la riflessione al perimetro dell’isola nella sua valenza geografica, ma intesa anche come dispositivo semantico, quale fonte di narrazioni, cosmologie, idealità e utopie. Libera dal concetto limitativo d’insularità e distante da ogni georeferenziazione, la prospettiva offerta dal filtro dell’arte si apre a un arcipelago di connessioni che, partendo dal territorio, dallo spazio fisico dell’isola, ne fanno un crocevia di portati esterni, grande metafora di temi universali, ne intrecciano l’identità, la memoria storica e, insieme, l’attualità di circostanze che la eleggono a osservatorio del presente, specola privilegiata per avvistare mutamenti, percepirli e rappresentarli.
Essenze Naturali
Per la fine di un anno dedicato a ripensare la natura in una modalità di convivenza e nuove pratiche virtuose, il MAN ospita tre mostre personali con protagonisti di primo piano dell’arte contemporanea italiana e internazionale, sensibili al tema corrente dell’ecologia e del nostro abitare il pianeta. Christiane Löhr, Una Szeemann, Alessandro Biggio sono al centro di tre diversi percorsi inediti, dove si riflette sull’arte che custodisce, conserva, testimonia e re-immagina la terra.
21 marzo – 15 giugno 2025
GIOVANNI PINTORI (1912–1999) Pubblicità come arte
a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Osanna Cavadini, coordinamento di Rita Moro
MAN Museo, Nuoro e m.a.x. museo, Chiasso_progetto integrato
L’esposizione su Giovanni Pintori, maestro del “graphic design” mondiale, mira a valorizzare la figura dell’autore sardo in una prospettiva internazionale. Il MAN, in collaborazione con il m.a.x. museo di Chiasso, ne indaga l’opera attraverso una sorta di “racconto grafico”, evidenziandone la modernità progettuale e le scelte creative. Luce, colore, composizione e invenzione costituiscono i suoi ambiti di ricerca principali, che conducono la sua grafica “alla ribalta come unicum metaforico della comunicazione”, detto con le parole di Paul Rand. La mostra al MAN ripercorre l’iter personale e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti della sua notevole carriera, che va dalla creazione di manifesti e locandine, alla corporate identity e ai logotipi per le imprese. Le sue immagini hanno dato vita al leggendario “stile Olivetti”, il suo design e la sua comunicazione hanno fatto il giro del mondo comparendo in testate blasonate come Fortune (USA, 1953, 1957), Graphic Design (Giappone, 1967), Horizon (USA, 1969). Nel 1962, Pintori ottiene un prestigioso riconoscimento internazionale: il Typographic Excellence Award del Type Directors Club di New York, seguito, nel 1964, dal Certificate of Merit dell’Art Directors Club di New York. Nel 1966 gli viene dedicata una grande mostra personale a Tokyo. In mostra sono esposti, organizzati con un criterio tematico–cronologico, oltre centocinquanta pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, pubblicazioni varie.
Project Room
Gregorio Botta. Il silenzio è così accurato
a cura di Elisabetta Masala con un testo di Davide Ferri
In principio era la luce. Ma anche l’acqua e il fuoco, la cera e il piombo levigati dal tempo e dagli eventi atmosferici. Nell’opera dell’artista napoletano (classe 1953), l’energia arcaica degli elementi dialoga con iconografie classiche, con i temi del sacro e dell’invisibile. Per il MAN, Botta elabora un progetto site-specific che, partendo dalla sua ricerca sull’equilibrio e sul silenzio, distilla nello spazio presenze astratte, giochi di riflessioni, rumori di pioggia e un omaggio alla Sardegna affidato alla sapienza di mani abili nel modellare il pane come fosse scultura.
4 Luglio – 9 Novembre 2025 ISOLE E IDOLIda un progetto di Chiara Gatti e Stefano Giuliani, coordinamento di Rita Morocon la collaborazione di Direzione Regionale Musei Sardegnain collaborazione con Francesco Paolo Campione del Museo delle Culture di Luganoe Matteo Meschiari dell’Università degli Studi di Palermo in collaborazione con il Museo dei Menhir di Laconi e con la Fundació Miró Mallorca La storia dell’arcipelago quale luogo di culto per antiche popolazioni nomadi, regno per l’ascesi e il misticismo, e santuario vegetale, viene qui sottoposta a un cambio di paradigma, a un affondo nel paesaggio che implica, complice il mutamento impresso dall’idolo alla terra, la creazione di un paesaggio parallelo, la proiezione spirituale di una apparenza effimera. L’isola, non come approdo, ma come luogo della reificazione del divino, è culla e insieme porta d’accesso per l’altrove, è passaggio e mai destinazione finale. Un gioco virtuoso di riferimenti incrociati vedrà dialogare dipinti e sculture di fine Ottocento e primo Novecento con i manufatti arcaici che ne ispirarono la solennità iconica e la sintesi formale. Le sculture lignee di Gauguin, i feticci cosmici di Miró, la materia concentrata nel nucleo dei monoliti di Arp, incontreranno idealmente i loro antenati, i bronzetti nuragici e le sculture cicladiche, i reperti ciprioti e le dee madri di origine mediterranea che in Sardegna ebbero uno sviluppo particolare nel corso del neolitico e dell’età del rame. Il progetto gode della partecipazione straordinaria della Fundació Miró di Palma di Maiorca e conta prestiti straordinari dal Louvre di Parigi, dalla Galleria Nazionale di Praga e dal Pierides Museum – Bank of Cyprus Cultural Foundation. |
Project Room
Leonardo Boscani. Il Nero di Suni e la Flotta culturale
frutto di un progetto integrato fra Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, MAN di Nuoro, Unione di Comuni della Planargia, Associazione “Cosinzu de Isciareu” di Flussio, Associazione Marco Magnani ed Ecomuseo del mare e dell’acqua di Sassari.
La realizzazione di una flotta culturale che come elemento caratterizzante il mare, confine naturale dell’isola. Durante questa fase sarà utilizzata a barca a vela come mezzo di trasferimento e osservazione da un sito di approdo all’altro. La visione delle coste dell’isola dal mare unirà sguardo naturalistico, scientifico e ambientale. Nella seconda fase si avrà come elemento la terra attraverso il passaggio nell’hinterland con l’utilizzo di mezzi di trasporto elettrici a basso impatto, percorsi a piedi, in bici e tragitti a cavallo. Lambendo le zone costiere e spingendosi all’interno di luoghi meno conosciuti, insistendo su un territorio solo parzialmente urbanizzato e a forte rischio di spopolamento. La terza fase, identificata nella pietra, sarà il momento della restituzione alle comunità. Mediante i linguaggi delle arti e delle scienze si svilupperanno interpretazioni e reinterpretazioni delle realtà incontrate e coinvolte nel processo creativo elaborando nuove visioni condivise.
Project Room
Ilaria Turba. I pani del desiderio. Da Marsiglia alla Sardegna.
Settembre-ottobre
a cura di Elisabetta Masala
I pani del desiderio sono pani rituali a forma dei desideri delle persone che li hanno realizzati collettivamente. Ogni pane è la materializzazione di un desiderio, una storia, un immaginario, ma anche più in generale il simbolo di una cultura antica mediterranea che attorno al pane ha costruito una fitta rete di relazioni e una comunità.
La Sardegna è tra i luoghi del mediterraneo dove sono presenti tra le più numerose, ricche e vive tradizioni di pani rituali. Per l’artista il dialogo con questo territorio è fondamentale tanto da essere stato scelto come tappa conclusiva del viaggio in Italia. Qui l’artista, come in altre tappe del viaggio, proporrà alla comunità che lo abita un atelier del pane e coinvolgerà gli abitanti per accompagnarla in una performance dove brucerà tutti i pani del desiderio (un centinaio), realizzati lungo gli anni, in un rito/performance augurale di trasformazione. Un momento collettivo legato al fuoco, che tocca la dimensione magica e arcaica dei rituali di passaggio capaci di ricollegarci fortemente con i cicli della vita e della natura.
Curare il museo. Un museo da curare. Laboratorio di restauro a cuore aperto Ottobre-novembre a cura di Rita Moro con la partecipazione di Giuliana Fenu Il MAN propone una campagna di restauro delle proprie collezione e delle opere che richiedono interventi più urgenti. Dieci pezzi, fra dipinti, disegni e sculture, saranno al centro di un intervento che prevede la realizzazione di un laboratorio aperto al pubblico, allestito nella project room del piano terra, al fine di coinvolgere i visitatori, sensibilizzarli nei confronti della cura del patrimonio, avvicinarli alle tecniche di intervento e mostrare le azioni “invisibili” che di norma si svolgono nel backstage del museo stesso. L’attività verrà promossa su tutti i canali di comunicazione del museo, al fine di rendere noto l’impegno del MAN per la tutela delle raccolte, attivando altresì collaborazioni virtuose con le scuole d’arte e le università, complice un programma di approfondimento, incontro coi restauratori e restituzione dei risultati ottenuti. |