Chi non  ricorda, o quanto meno non ha sentito parlare del “Due Con” Baran – Sambo – Cipolla = l’armo medaglia d’oro alle Olimpiadi del Messico 1968. Fu un evento importante, gioioso, per Treviso. Cipolla ne era il timoniere, l’importante impulso impresso nel tempo perfetto.

Ho avuto modo di conoscerlo bene quell’armo: a quell’epoca Bruno Cipolla era un ragazzo, io seguivo la squadra nell’organizzazione delle trasferte, concordemente a Carlo Biasin, il rimpianto allenatore,

impositivo, la cui serietà è certamente servita a portare la squadra a vincere le olimpiadi. I due remi Baran e Sambo erano forti e generosi, non temevano la fatica. Sovente ero io ad accompagnare la squadra ai Campionati nazionali, in cui l’armo aveva costantemente successo.

È passato più di mezzo secolo, ma Treviso ama sempre ricordare l’evento. Quest’anno, per la rievocazione si è fatto l’allestimento della mostra “tutte le sfumature dell’azzurro”, un inno ai valori dello sport. La mostra è itinerante, sono 48 infatti in Italia le sezioni A.N.A.O.A.I. (Associazione  Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia). Il presidente nazionale è la ben nota Novella Calligaris, padovana, prima a vincere una medaglia olimpica nel nuoto. La manifestazione trevigiana è stata allestita nelle sale del museo S. Caterina, messe a disposizione dal Comune di Treviso.

 A prendersene cura è stato l’attuale presidente provinciale, che è proprio uno degli atleti di quel lontano evento, il plurilaureato dr Bruno Cipolla, coadiuvato dall’ex rugbista nonché emerito segretario dell’Associazione, Erri dalla Riva. Conquistato l’oro, il timoniere non si è cullato sugli allori: dopo laurea in psicologia, che è stato il suo pane, si è avvicinato allo studio delle lingue romanze, acquisendo diploma di laurea in filologia.

Oltre che a visitare la mostra, Novella Calligaris era interessata a visitare il carcere minorile di Treviso, per vedere la biblioteca donata al carcere appunto dalla sezione trevisana dell’Associazione. Per allestire questa ho contribuito in piccola parte anch’io, mettendo a disposizione un’opera: i venti volumi del Lessico Universale Italiano. Molto pesanti, li ho portati con l’aiuto di Bruno e di Erri. Come risaputo, non è consentito ai carcerati l’uso del computer, per cui quei libri sono stati particolarmente graditi. Appena dentro ai cancelli, son venuti celermente i secondini a caricare l’opera e introdurla nel carcere.

E’ stata una manifestazione, vorrei dire toccante Paolo Pilla