Ha luogo a Jerez de la Frontera, anticamente chiamata Xera, una città andalusa del sud della Spagna, fondata dai Fenici.


È il centro urbano più vasto e popolato della provincia di Cadice, si estende in un’ampia zona fertile a circa 12 km dall’Oceano.
L’agricoltura e l’allevamento ne hanno facilitato l’importante sviluppo economico.
Jerez è infatti conosciuta per la produzione dello Sherry squisito vino liquoroso, e per l’equitazione. Sono famose la Scuola Reale Andalusa dell’Arte Equestre e la fiera del cavallo, che si svolgono solitamente durante il mese di maggio. Ancor più famosa lo è per il Flamenco,
la Danza Gitana dichiarata nel 2010 dall’UNESCO, Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Quest’anno, dal 21 febbraio all’otto di marzo, va in scena l’annuale Festival del Flamenco dedicato al tema “Ballo Flamenco e Danza Spagnola”, un imperdibile appuntamento per gli innamorati di quella danza.
Improvvisato sotto un tetto di stelle, o ballato nel tipico locale, “il tablao”,
il Flamenco è un’esperienza magica, un atto di vita, perché non è danza popolare o folcloristica, è la manifestazione di una cultura che affonda le sue radici in antichi riti di chiara influenza orientale, legati ai temi della nascita, della vita, dell’amore e della morte.
Per capire a fondo l’essenza è necessario conoscerne la storia dalle sue origini, che ci portano in un mondo lontano, l’India.
Una comunità di “fuoricasta”, si pensa del Punjab, cacciata dalla terra natia, iniziò un percorso migratorio lungo, attraverso l’Asia e parte dell’Africa, fino ad arrivare in Andalusia.

Qui si stanziò, e venne riconosciuta come comunità Gitana. Ebbe una lunga storia segnata dall’oppressione, ma la liberazione arrivò. L’oppressione genera nell’individuo la ricerca di libertà, e il bisogno di un “riscatto sociale”, ed è così che è nato il Flamenco: attraverso il canto e la danza gelosamente tramandati .da generazioni, racconta la vita, il sentimento e l’anima
Carla Povellato