La Piccola Venezia! Questa è la sensazione che dà l’insieme urbanistico nel percorrere le calli del centro storico, e così è spesso conosciuta. È uno dei luoghi più suggestivi del Veneto, si avverte qui lo spirito marinaro, si è avvolti dall’acqua in ogni direzione. Parte del Comune è nell’entroterra, ma il fulcro è dato da un gruppo di piccole isole collegate tra loro, situate all’estremo sud della laguna di Venezia, da cui dista c.ca 20 km in linea d’aria. Come nella città madre ci sono qui i Campi, i Canali, i Ponti, ma diversamente da essa è percorribile dalle auto, e il trasporto pubblico è presente anche via terra. Alla sua frazione Sottomarina è collegata a mezzo di un Ponte. Nella frazione Cà Pasqua arrivano il Bacchiglione e il Brenta che qui confluiscono, divenendo un unico fiume. Emblematico, è il suo confine con la foce dell’Adige che finisce per estraniarla dal contesto. A una certa profondità ci sono le ”tegnùe”, formazioni rocciose formatesi 4 mila anni fa da organismi, da non confondere con i coralli, a differenza di questi, sono dovute all’aggregazione delle alghe rosse.
L’area ha origini molto antiche, ne parla Plinio il vecchio, chiamando Fossa Clodia un villaggio, forse l’attuale quartiere Vigo, che i Romani trovarono sulla via d’acqua per raggiungere Altino. Lasciarono traccia rivisitando il sito, tracciarono la pianta della città nel modo tipico degli agrimensori romani. Interramenti e canalizzazioni ortogonali sono serviti a formare una struttura di quello stampo. E Chioggia entrò a far parte della “decima regio”, che comprendeva anche l’Istria.
La popolazione ebbe vistoso incremento con l’invasione degli Unni: gli abitanti dell’interno si rifugiavano nelle isolette, e la popolazione crebbe, poi ne ricevette altre, di invasioni. Nel Medioevo fu avamposto, voluto dal Doge Deodato a difesa delle Venezie; prima dai Franchi, poi dai Trevigiani e dai Padovani. Era la “Torre delle Bebbe”, che cadde nel ‘300 sotto i Genovesi, oggi è sito archeologico, visitabile.
Nel periodo della Serenissima Clugia Major (Chioggia) e Clugia Minor (Sottomarina), erano amministrate dal Dogado. Nell’800 d.C. fu invasa da Pipino il Breve re dei Franchi, e nel 900 dagli Ungari, e più penoso fu per Chioggia il conflitto tra Genova e Venezia, che durò oltre cent’anni. Ricordato come Guerra di Chioggia, significò la totale distruzione di Sottomarina. Fu l’ultima battaglia, che concluse la guerra tra i due dogadi, da allora le rivali tennero lontani i loro interessi: Genova indirizzò i suoi commerci verso l’Oriente, e Venezia verso l’Adriatico, e l’Ionio.
Una particolarità di Sottomarina, caso più unico che raro: Considerando che gli abitanti hanno quasi tutti uno di questi quattro cognomi: Boscolo, Tiozzo, Penzo o Vianello, troppi casi di omonimia, l’esigenza di un più certo riconoscimento, si risolse con un decreto ministeriale. Anche all’anagrafe viene riportata il “detto”, e qualche volta anche un terzo epiteto, la “nomenansa”.
Oltre alla pesca, nelle isole chioggiotte si lavorano gli orti, e soprattutto nei terreni fertili di Sottomarina e di terraferma, vengono prodotti eccellenti ortaggi. La loro principale occupazione è però la pesca, che veniva fatta un tempo con i “bragozzi” (un due alberi con vela al terzo), o con le “tartane”, sempre a vela e dotate di reti a strascico, sostituite oggi da barche a motore. Chioggia è il maggior porto peschereccio del Veneto, uno dei più grandi d’Italia.
Fenomeno speciale è la laguna veneta, la più vasta zona umida del Mediterraneo, dalla foce del Piave a quella dell’Adige. Sessanta chilometri di cordone litoraneo la separano dal mare, che la raggiunge con tre accessi: al Lido, a Malamocco, a Chioggia. A parte i maggiori, scavati, i canali in laguna sono stati creati dalla natura con il flusso e riflusso delle correnti di marea; sono a variabile profondità, serpeggianti. La navigazione va assistita da segnali, le “bricole”. Navigando con imbarcazioni a fondo piatto, è interessante vedere la distesa delle barene, terreni poco al di sopra del livello dell’acqua, su cui vegetano piante che tollerano la salinità. Nelle fasi di decollo e di atterraggio dell’aereo, ho più volte assistito allo spettacolo dei “ghebi” in laguna, un dipinto!
Era una città fornita di mura spesse Chioggia, aveva una torre merlata, sostituita nel ‘300 sotto il podestà di Giovanni Soranzo, ricostruita poi nel ‘500, da Gerolamo Barbarigo. Era l’unico accesso alla città, oggi è Porta Garibaldi.
Per godere un po’ il centro, è il caso di partire proprio da qui. Intanto una visita alla Cattedrale di Santa Maria Assunta del ‘600, al cui interno esibisce una cupola dorata, e numerosi affreschi. E lì accanto, i 30 metri del campanile di Sant’Andrea, antichissimo, poderosa mole che vanta l’orologio del 1386, il più antico orologio da torre funzionante al mondo. Nel 2015 vennero in visita la Regina Elisabetta, e 40 esperti inglesi sull’orologeria monumentale. Disagio ebbe la Regina: riteneva che il primato fosse inglese, dovette ricredersi. Seppur di poco, il più antico orologio da torre è italiano, è di Chioggia. Il Campanile ospita anche un museo: quattro piani che narrano la storia di Chioggia. A salire, troviamo al quinto la parte meccanica dell’orologio, al sesto l’astrolabio, al settimo la cella campanaria e un panorama che non ha uguali.
Ora si va a percorrere il Corso del Popolo sempre brulicante di gente, fino ad arrivare a piazza Vigo, a inoltrarsi nei mercati. Come a Burano, si incontrano le abili ricamatrici, che lavorano i merletti.
Ma ecco il principale porto peschereccio d’Italia; l’accesso più meridionale della laguna, con oltre 500 mt di larghezza, posto tra le due isole di Pellestrina e Sottomarina. La posizione vicina ai fiumi significò commercio e ricchezza: la città, poté dedicarsi alla pesca, e alla produzione del sale.
Il Mercato Ittico di Chioggia, con la possente flotta da pesca, è centro nevralgico del comparto, sono collocate industrie di lavorazione e trasformazione del prodotto. Alla vicina pescheria al minuto si accede dal “Portale a Prisca”: tutti i tipi di pesce, dalle eccellenti qualità organolettiche.
Un’occhiata merita la casa di Carlo Goldoni, il celebre commediografo che con “Le Baruffe Chiozzotte”, ci racconta lo svolgersi della vita nella città. È in pieno centro storico, un bel palazzo del ‘600, che ospitò per alcuni anni lo scrittore. Di fronte c’era un convento, vi era alloggiata una educanda, con cui il Goldoni amoreggiava platonicamente attraverso una finestrella. E qui dimorò anche Rosalba Carriera, la seicentesca pittrice, famosa per aver ritratto i sovrani europei.
Tra i personaggi famosi di Chioggia va ricordato Stefano Andrea Renier il medico naturalista, biologo, che studiò il sistema nervoso dei molluschi e delle conchiglie, ed ebbe fama in Europa.
La colonna di Vigo sorregge un tipo di leone marciano che, accucciato anziché in marcia, e di più modeste dimensioni, fu da sempre sbeffeggiato: viene detto “el gato de Ciosa”. Napoleone lo sostituì con una statua, ma cessata l’occupazione fu rimpiazzato, e da allora mai più rimosso.
Il New York Times suggerisce Chioggia tra le principali città del mondo da visitare. Paolo Pilla