Enrico Cappelletti, padovano, laurea in scienze politiche, già senatore della Repubblica dal 2013 al 2018, in questa legislatura è stato di nuovo eletto in Parlamento, ma, in questa tornata, con le nuove restrittive regole, tra le fila dei prescelti per la Camera dei Deputati.
Nella appena passata legislatura di pausa, non è certo rimasto con le mani in mano, ha collaborato, in qualità di Segretario Particolare con l’ex Sebatire Vito Crimi, quel coraggioso politico e nessuno lo sa, che nella Sua qualità di “Autorità Politica con delega all’informazione e all’editoria”, ha reso pubblici in un paio di post nel Suo profilo, rispettivamente nei giorni: 8 aprile 2019 (RADIO RADICALE: A CHI APPARTIENE VERAMENTE? Negli ultimi giorni si parla tanto della “voce libera” di Radio Radicale, che senza aiuti dello Stato rischierebbe di “spegnersi”. Dal 1994 ad oggi Radio Radicale ha percepito contributi pubblici per oltre 200 milioni di euro (14 milioni di euro l’anno). La radio fa capo alla società Centro di Produzione Spa. Chi sono i soci di Centro di Produzione Spa? Le quote sono così suddivise:
– Associazione politica nazionale Lista Marco Pannella: 62,68%; – Lillo Spa: 25,00%; – Cecilia Maria Angioletti 6,17%; – Centro di Produzione Spa 6,15%. (la società che presenta domanda al Dipartimento per l’informazione e l’editoria per il contributo e che deve dichiarare la rinunciaagli utili, ha solo il 6,15%
della Testata – nostra nota).
Tra i soci in elenco desta interesse la partecipazione della società Lillo Spa, che ha sede a Gricignano di Aversa e ha un fatturato di 2,3 miliardi di euro. Si tratta di una holding finanziaria attiva nel campo della grande distribuzione alimentare (proprietaria dei Supermercati MD pubblicizzati da Antonella Clerici per capirci – nostra nota).
La Lillo Spa è di proprietà della famiglia Podini.
E nel consiglio d’amministrazione di Centro di Produzione Spa (che presenta domanda per l’emittente di Radio Radicale), Marco Podini e Maria Luisa Podini ricoprono la carica di consiglieri. Mi chiedo come mai una holding finanziaria della grande distribuzione sia titolare del 25% di Radio Radicale. E mi domando: come mai Radio Radicale teme di chiudere se ha un socio d’affari che vale oltre 2 miliardi di euro?).
Sullo stesso argomento, sempre dal Suprofilo Facebook, il Senatore Vito Crimi ci torna il succesivo 6 di giugno, riportiamo testualmente: (Su Radio Radicale, diciamo finalmente le cose come stanno. Cori di giornali si levano accusandoci di volere “zittire”, “silenziare”, “limitare la libertà di espressione” della radio. Bene, qui nessuno mette in dubbio che Radio Radicale abbia svolto un servizio importante finora. E sarebbe bello che qualcuno smettesse di accusare per partito preso (è proprio il caso di dirlo…) e iniziasse a diffondere i dati veri. Radio Radicale è una radio privata, di partito (più del 62% delle quote è dell’Associazione politica Lista Marco Pannella), che lo Stato italiano ha finanziato fino ad oggi, per quasi 30 anni, con 250 milioni di euro (di soldi vostri). All’inizio per questa radio privata è stata fatta una gara ad hoc, con requisiti cuciti su misura ai quali solo Radio Radicale poteva rispondere, affinché le venisse dato in concessione il servizio di trasmissione delle attività di Camera e Senato. Doveva essere una soluzione temporanea, per consentire al servizio pubblico Rai di organizzarsi con un proprio canale radio (non lo diciamo noi, è scritto nero su bianco negli atti e nei decreti). Invece, dopo la prima gara negli anni ’90, non c’è stato più nulla: niente più gare (vere), né indagini di mercato, né valutazioni economiche, né organizzazione in Rai. Solo proroghe, proroghe e ancora proroghe di un privilegio a beneficio di una radio privata, fino ad oggi. Parliamo di ben 17 (diciassette) decreti mai convertiti in legge. Secondo voi, è questo il concetto di “libero mercato” e “democrazia”? Secondo noi, no, ed è per questo che adesso che siamo al governo vogliamo risolvere questa anomalia all’italiana, chiamiamola così. Nessuno qui vuole chiudere Radio Radicale. Noi vogliamo fare una cosa più importante: affermare che una radio privata, tra i cui soci c’è una holding finanziaria, la Lillo SpA, che vale due miliardi di Euro, non può stare in piedi solo grazie ai soldi delle vostre tasse, soldi pubblici. Radio Radicale non deve avere più diritti di altre radio private! Ci chiediamo perché il ministero dello Sviluppo Economico, guidato da Luigi Di Maio, dovrebbe continuare a dare a una radio privata circa 10 milioni di Euro ogni anno per un servizio che può costare molto meno! La vera domanda è perché nessun partito finora ha avuto il coraggio di dirlo e di cambiare.).
Neltragico momernto che stiamo vivendo, abbiamo pensato, per quel pocoche vale, di dare vsibilità a uno dei precursori con la sensibilità e la conoscenza del settore Radio e TV, ai quali nelle legislature appena passate, a tutto il nostro settore è stato tolto un diritto soggettivo a un diritto acquisito, quello del contributo per il 50% deicosti elettrici, mai necessario come al giorno d’oggi, come quello dei contributitelefonici, sviluppatosi di recente nei costi per i collegamenti all’accesso della trasmissibilità.
le nostre imprese svolgono attività di informazione, e tre sentenze della Corte Costituzionale hanno dato al’informazione, l’interesse generale, indirettamente protetto dall’art. 21 della Costituzione.
Ospitiamo volentieri il neo eletto Deputato Enrico Cappelletti, quale abbiamo chiesto una panoramica generale, senza allargarci al nostro settore, lo conosve bene: nel suo primo giorno di questa nuova legislatra, questa volta alla Camera dei Deputati, da una parte l’emergenza economica del Paese e dall’altra le liti per le poltrone, in seno al centrodestra…; dopo di che: un Parlamento per la prima volta composto da 400 deputati alla Camera e 200 al Senato: quando lo proponevate Voi dei 5 Stelle, non ci credeva nessuno…; dopo di che un argomento di casa, essendo Lui di Padova: sulla questione Autonomia del Veneto, e invece di stretta attualità, per la salute di buona parte del Veneto, sulla questione del disastro ambientale per i PFAS…; abbiamo chiuso l’intervista all’On. Cappelletti degli M5S, (che potete ascoltare clikkando appena sopra) con un ultimo sentito argomento: sviluppo economico: cosa fare: continuare nella strada di ridurre le imposte o, come propone il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, con l’introdurre di addizionali Irpef? Ripeto, l’intervista vale la pena di essere ascoltata clikkando, appena sopra l’inizio del pezzo.