Organizzato dall’Assessorato all’Istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità della Regione del Veneto e dall’Università Iuav di Venezia, si è tenuto presso la sede della Provincia di Treviso un convegno dedicato al rinnovamento del patrimonio edilizio scolastico italiano e della scuola innovativa, che ha inaugurato la mostra dedicata ai progetti di rigenerazione di oltre 30 scuole della provincia di Treviso.
Nel corso della manifestazione, a cui hanno partecipato amministratori, dirigenti scolastici, docenti, studenti e ricercatori, è stato presentato il lavoro del PRIN Miur (Progetti di Rilevante interesse Nazionale) Scuole da Abitare, coordinato nazionalmente da Iuav, con la partecipazione delle Università di Sassari, Vanvitelli della Campania, del Politecnico di Milano, del Politecnico delle Marche e di Indire. È stata presentata inoltre una proposta sperimentale di mappatura degli edifici scolastici da parte di Iuav e Regione del Veneto.
La mostra, aperta presso la sede della provincia di Treviso fino al 3 novembre prossimo, raccoglie una selezione dei progetti di rigenerazione architettonica, urbanistica e didattica svolti dagli studenti del Corso di laurea magistrale in Architettura Iuav, tenuto dai docenti Alberto Ferlenga, Piercarlo Romagnoni e Massimo Rossetti, in collaborazione con la Provincia di Treviso.
«La scuola è un luogo educante – ha commentato l’assessore regionale Elena Donazzan in apertura del convegno – e, come tale, va pensato e ripensato nella sua finalità educativa dentro il contesto territoriale e sociale in una società che cambia e dove le aspettative di vita sono sempre diverse. Abbiamo scelto il titolo ‘Scuole da abitare’ proprio per dire che gli spazi scolastici vanno pensati e disegnati per accogliere e ampliare gli sguardi, per far sì che la scuola sia sempre più luogo di crescita e di collegamento con il mondo che cambia. Riqualificare gli spazi e gli ambienti educativi può, infatti, dare nuovo slancio non solo alle scuole, ma all’intero contesto urbano che le circonda».
«Siamo lieti di aver ospitato nella sede della Provincia di Treviso il convegno “Scuole da abitare” – ha sottolineato il presidente della Provincia Stefano Marcon, rappresentato all’incontro dalla vicepresidente Martina Bertelle – organizzato da Iuav e per il quale abbiamo collaborato attivamente come Provincia, offrendo oltre 20 casi studio del nostro patrimonio immobiliare scolastico superiore per la realizzazione dei progetti di studentesse e studenti del Corso di Laurea Magistrale in Architettura.
Questa sinergia con l’Università Iuav di Venezia è nata oltre dieci anni fa, quando abbiamo siglato una convenzione per promuovere la ricerca sui temi del risparmio energetico e del miglioramento della qualità dell’ambiente scolastico. La gestione dell’edilizia scolastica superiore è una delle funzioni fondamentali del nostro Ente e negli ultimi anni abbiamo investito oltre 94 milioni di euro per ristrutturazioni, ampliamenti, affitti, nuove realizzazioni, opere di emergenza covid-19, manutenzioni ed efficientamento energetico. Alla luce di questa importante attività programmatica, il convegno di oggi eleva il lavoro svolto dalla Provincia con una componente sociale e formativa indirizzata alle nuove generazioni: grazie alle attività di laboratorio e di ricerca realizzate nell’ambito del Protocollo, le studentesse e gli studenti dell’Università Iuav hanno avuto la possibilità di analizzare progetti di riqualificazione su scuole reali e crearsi così un bagaglio formativo concreto da spendere una volta conclusa l’università, nel mondo del lavoro».
Il commento di Alberto Ferlenga, docente all’Università Iuav di Venezia: «L’evento è stato l’occasione per mostrare i frutti di un rapporto proficuo tra istituzioni locali e università e per riflettere sul tema fondamentale del rapporto tra la didattica e gli edifici che la ospitano. Tema tanto più nodale se si considerano le opportunità date oggi dal PNRR e la presenza in Italia di più di 40.000 edifici scolastici bisognosi di azioni di recupero che, una volta ripensati e adeguati, oltre a rendere più efficace l’insegnamento, potrebbero costituire il fulcro di un nuovo sistema di centralità, specie nelle aree urbane più marginali».