Hickory Golf – Golf Cansiglio, un binomio perfetto. Per chi non conosce il Golf Hickory, è questo il modo di praticare il Golf come si faceva un tempo, con gli attrezzi in legno, e l’abbigliamento anch’esso di allora.

L’hickory è il noce americano, una iuglandacea dell’America Settentrionale, robusto e resistente, con cui si facevano gli sci, e altri attrezzi sportivi, perché riunisce in se le caratteristiche di durezza della fibra, alla resistente agli urti. Molto richiesto, non è più tanto facile da trovare. Questa è la specie bianca. La più conosciuta è la “nigra”, usata per rivestire il mobilio.

È ormai giunta l’estate, con un sole che quando c’è è cocente, fastidioso. Una partita di Golf, il nostro sport preferito, dove meglio che al Cansiglio? È questo il secondo Campo nato nel Veneto, nel 1956, un quarto di secolo dopo di quello di Venezia, a permettere a quanti si avvicinavano al Golf di poterlo praticare sia al mare che in montagna.

È particolarmente attraente una gara Hickory giocata in questo Campo. C’è la memoria. Al tempo della sua nascita erano più d’uno  i giocatori ad avere nella sacca qualche attrezzo con il “manico di legno”.

Siamo al Pian del Cansiglio, un altipiano di natura carsica sulle Prealpi Carniche, poco sopra i mille metri di altitudine, abitato un tempo non lontano dai Cimbri. Il Campo da Golf è ambientato nell’antica piana boscosa di Tambre, è un apprezzato Campo di montagna, particolarmente adatto per sfuggire alla calura.

È infatti Immerso nella seconda foresta d’Italia. Compreso tra le provincie di Belluno, Treviso e Pordenone, l’altopiano ha la particolare forma a catino, responsabile dell’inversione termica, che lo caratterizza. E qui si vive il Golf in simbiosi con la natura, accanto alle aquile, a camosci, cervi, daini, caprioli, marmotte, scoiattoli. Splendide foreste sono di cornice al catino, dove la fan da padrone gli autoctoni faggi, ma presenti sono anche betulle, castagni, abeti e pini silvestri, il larice, il carpino. A racchiudere il Campo, però, insiste l’abete rosso. Con la sua faggeta dai fusti ad alta colonna, rigogliosi a causa dell’inversione termica, il posto rivestì un’enorme importanza per la Serenissima Repubblica, quand’era il “Gran Bosco da Reme”, da cui derivavano i remi di faggio delle galee.

Qui è tutelata la biodiversità, e con il mutare delle stagioni, la faggeta regala splendidi colori, come tutta la vegetazione della conca. L’atmosfera è rimasta invariata nel tempo. Affascinante nella sua salda ruvidezza, il Campo è considerato tra i più interessanti in Europa. Le diciotto buche seguono la morfologia del terreno, il giocatore, benché doverosamente attento allo swing, rimane incantato dalla bellezza del percorso, dal panorama e dalla simpatica presenza degli animali.

Nei miei trascorsi l’ho praticato sovente, soprattutto come giudice-arbitro. L’ho sempre trovato un Campo importante, ma non mi si era presentato mai così tanto bello. Ho saputo infatti che al green keeper, l’intramontabile Franco Della Libera, è stato dato un valido sostegno, e la guida per le iniziative, da una eccellenza: il pro Alfonso Paolillo. Il Campo è il perfetto Campo di montagna, tra i migliori d’Europa. Tenuto a meraviglia, è frequentato e apprezzato da molti golfisti italiani ed esteri. 

Dicevo che qui erano i Cimbri, popolo di poche infiorettature, ma schietto, corretto, ospitale, e così è la gente del Cansiglio anche oggi. Ti fanno sentire con garbo a casa tua. L’aria fine aiuta l’appetito, e la curiosità è ben appagata nel gustare le loro pietanze. Non cibi ricercati: cibi semplici, naturali, dal gusto marcato, schietto, il gusto che abbiamo trovato alla cena in malga Filippon dopo gara, e che vorremmo sempre trovare nelle nostre pietanze.

Poca brigata vita beata” recita un vecchio saggio. Era proprio il nostro caso, eravamo “pochi ma buoni”, provenienti anche da molto lontano, i bravissimi Piemontesi.

A contraddistinguere il giocatore hickory, oltre all’abbigliamento e all’uso di bastoni dei tempi andati, c’è l’amore per il bello, l’attaccamento al passato che sempre aiuta a ben scegliere per il futuro, la gentilezza, la cortesia. Ecco, queste due qualità sono il pezzo forte degli associati hickory, e si avvertono. Se qualcuno entra nel gruppo senza esserne dotato, non si trova a suo agio, preferisce cambiare compagnia. Il premio principale in una gara hickory non sono le classiche ciotoline, è la consapevolezza di aver trascorso una giornata piacevole, in un bel posto, tra gradevoli persone.

L’arrivo al Club è stato particolarmente piacevole, ho trovato i soci del Club “Par 108”, anche loro gentili e cortesi, venuti a gareggiare al fresco. E stato bello incontrarli, sono stati per me una realtà che mi ha lasciato tanti bei ricordi.

Il nome Par 108 nacque dal desiderio degli allora affilianti, le cui gare erano, e sono, finalizzate a far beneficenza: aspiravano al risultato del Par, determinato dal Par 72 del loro Campo “Cà della Nave”, più quanto di spettanza per l’handicap 36 conquistato (72+36=108).

All’aperitivo, è seguita la premiazione. Anche qui il momento è stato di classe: come sempre ci sono stati i più bravi, e che bravi, li ho ben visti; ma premiati sono stati tutti, tutti coloro che avevano partecipato. Che bello, così sono stato premiato anch’io, con un’ottima bottiglia di Prosecco Brut “CAMPION” di Valdobbiadene.

La bella giornata è stata coronata da tempo splendido, la pioggia è caduta con sapore di magia appena terminata la gara, e ha pulito il cielo mentre assaporavamo il piacevole convito, a coronamento di una giornata di piacere                  Paolo Pilla