È piccolo questo paese, ma ha il cuore grande, e tante interessanti borgate. Custodito dai monti Cavril e Oliver, l’abitato è di origine molto antica, la sua storia ha origine dall’età del bronzo. Il castelliere di venetico ricordo, sovrasta le “levine rosse”, zona che a quanto vuole la leggenda, all’origine del mondo sprofondò inghiottita al centro della terra, per l’immoralità della popolazione legata alla lussuria. Parafrasando la leggenda, il luogo è attualmente a rischio idrogeologico, e nella necessità di essere protetto sul  versante franoso.

Prima delle invasioni barbariche di Visigoti, Unni e Longobardi, a Sarmede ci furono i Sarmati o Sauromati, popolazione dai tratti leggendari, originari dall’odierna Ucraina, ed è da questi che con molta probabilità deriverebbe il toponimo.

Il credo, la dedizione alla fede cristiana degli abitanti di quelle vallate, ebbero origine dalla vicina Aquileia. La prima Pieve, costruita sui resti di un antico sacello, luogo di culto dedicato alle divinità, fu eretta a Rugolo, frazione di Sarmede.

In epoca feudale Sarmede divenne proprietà dei conti da Montanara, con il loro capostipite Guidone. Costui fece erigere nei pressi un castello, che diede il nome al luogo: Montaner, l’attuale frazione di Sarmede.

Durante l’ultima guerra la popolazione ebbe a soffrire di stenti e del fenomeno dell’emigrazione, ma alla fine degli anni cinquanta si ridestò, ed è ora un paese fiorente.

Sarmede è oggi conosciuta nel mondo come il paese delle fiabe, create a maniera d’illustrazioni per l’infanzia. Quest’arte è dovuta a Štěpán Zavřel, laurea in scenografia di cinema e di teatro, arrivato profugo da Praga, nel 1959. Dopo il campo profughi di Trieste si stabilisce a Rugolo di Sarmede in alloggio di fortuna, e si industria per insegnare il disegno ai bambini. La sua occupazione significò in seguito per il paese una scuola d’arte, la Scuola Internazionale d’illustrazione, che rese la cittadina famosa nel mondo per opere dedicate all’infanzia.

Ora pensa la “Fondazione Mostra di Illustrazione per L’Infanzia Stepan Zavrel”, a portare avanti la tradizione. umerosi gli affreschi e le illustrazioni, concretizzatesi a opera di artisti che hanno frequentato quella Scuola Internazionale.

E a Rugolo, quel piccolo paese arroccato sul versante della montagna che incombe su Sarmede, si trovano tante altre cose belle: la natura, il Castelir al Borgo Rugolet che ricorda gli antichi Veneti,  la chiesa di San Giorgio di origine longobarda eretta nel 1590, e rivisitata nel Rinascimento. Al suo interno custodisce affreschi del Quattrocento, opera di Andrea da Treviso; nel presbiterio fa bella mostra una tela del ‘700, rappresentante San Giorgio.

Poco oltre, sulla strada per il Cansiglio, c’è Montaner la frazione più grande. Il paese prese il nome dalla famiglia che ne possedeva il feudo, i “da Montanara”. Divennero in seguito costoro, uno dei più famosi casati della storia di Treviso: i da Camino, che la governarono fino al 1337. Dopo di loro, come per tutta la regione, divenne egemonia veneziana fino alla caduta della Serenissima.

Non mancano le curiosità a Montaner: la parrocchiale Chiesa di San Pancrazio, che fa parte della forania Pedemontana, fu scenario di uno scisma. Nel 1966, alla morte del Parroco tanto amato, l’allora vescovo di Vittorio Veneto Albino Luciani, divenuto poi Papa Giovanni Paolo I, impose un sacerdote non gradito al popolo.  Si formò un comitato, ci furono sommosse, il nuovo parroco trovò murato l’ingresso alla chiesa. Intervennero i carabinieri e lo stesso vescovo, che interdì la parrocchia. Fu così che la popolazione decretò lo scisma, e prese accordi con la comunità ortodossa di Montalto Dora. Questa inviò padre Evloghios Hessler a celebrare la prima messa in rito bizantino, e venne poi edificata la chiesa ortodossa, consacrata da un esarca del patriarcato di Mosca. Nel 2008 il Monastero, “della Trasfigurazione del Signore e di Santa Barbara”, ricevette la visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I. Tuttavia la nuova comunità si trovò con tante difficoltà, maggiormente dovute a religiosi scapestrati, e molti cessarono di seguire le celebrazioni con il rito bizantino. Nel 2013 la chiesa ricca al suo  interno di icone, fu resa inagibile a seguito di un incendio, e dovette essere demolita. Molte delle sue belle icone sono andate perdute. La zona è a carattere sismico, per la ricostruzione passò qualche tempo, ma fu condotta con un nuovissimo sistema antisismico tale che può sopportare terremoti gravi, e può essere di rifugio per la popolazione. E’ forse la più piccola comunità ortodossa nel panorama religioso italiano, e continua a esistere. L’attuale rettore è l’archimandrita padre Athenagoras, che celebra in italiano, greco, e in altre lingue. Ad essa si è aggregata una piccola comunità monastica femminile che può ospitare fino a otto suore, retta dal  Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. In Italia è questo l’unico monastero femminile ortodosso.

Ma è in borgata Val l’edificio sacro più antico di Montaner: La chiesa di Santa Cecilia, voluta dai Caminesi, eretta nel ‘200 come dipendenza  della chiesa di Fregona. Vi si conservano opere di un certo spessore, del pittore mottense Pomponio Amalteo, e di Silvestro Arnosti di Ceneda.

La maggior notorietà per Sarmede rimane tuttavia legata alle “immagini della fantasia”. La Mostra Internazionale Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede, talora itinerante, espone centinaia di opere realizzate da artisti di tutto il mondo, che attraverso le fiabe, catturano l’attenzione dei visitatori, e fanno sognare viaggi fantastici in terre lontane.                                        Paolo Pilla

Immagini gentilmente fornite dall’Ufficio Turistico di Vittorio V.to